Lo Yakisugi e lo Shou Sugi Ban sono la stessa cosa?
La ragione della diatriba coinvolge due paesi e tre alfabeti. Semplificando, il Giappone non aveva un sistema linguistico scritto fino alla contaminazione della scrittura cinese. Tuttavia queste due lingue non hanno mai avuto una radice comune in quanto completamente diverse.
I giapponesi usavano gli ideogrammi kanji cinesi per rappresentare sia i suoni giapponesi che quelli cinesi. Questa pratica avrebbe avuto in seguito ramificazioni linguistiche impreviste. Il giapponese moderno ha tre sistemi di scrittura: kanji, hiragana e katakana. Ogni ideogramma kanji corrisponde a una parola. Più parole vengono rappresentate combinando i caratteri.
Esistono oltre 50.000 ideogrammi. Un gruppo di 2136 caratteri kanji viene utilizzato come caratteri di uso quotidiano. Gli studenti devono imparare da 2.000 a 3.000 ideogrammi per la vita di tutti i giorni ed i caratteri Kanji sono usati per indicare nomi, verbi, aggettivi ed avverbi. Quando un kanji si riferisce a una parola giapponese, viene utilizzata la pronuncia giapponese la quale è completamente diversa se la parola deriva dal cinese, con pronuncia cinese.
Tuttavia, i kanji da soli non sono sufficienti per rappresentare tutti i suoni nella lingua giapponese, di conseguenza i caratteri hiragana e katakana sono stati sviluppati per definire i suoni e le parole giapponesi senza equivalenti kanji. Hiragana è basato sul set di caratteri della calligrafia cinese ed è usato per formare frasi, i suoi simboli sono scritti con uno stile a pennello ricurvo. Katakana è una semplificazione dei tratti dei caratteri kanji originali ed è usato principalmente per le parole straniere negli ultimi anni. Oggi, le parole giapponesi possono essere scritte solo con ideogrammi kanji, kanji e hiragana, o tutte e tre le scritture: una vera complicazione.
Ai tempi i costruttori, e chi si occupava della lavorazione del legno, hanno scoperto che il cedro giapponese ha prodotto i migliori risultati dalla combustione. Miglior resistenza agli agenti atmosferici grazie al legno carbonizzato.
Hanno chiamato questo nuovo processo Yakisugi. Banalmente "Yaki" significa bruciato o trattato con il calore, il suo ideogramma è scritto come「焼」e le parole suonano come “yaki”.
“Sugi” o「杉」significa cipresso (Cryptomeria japonica), in Occidente questo tipo di cipresso è meglio conosciuto come cedro giapponese. Una “tavola di legno” è 「板」o “ita”. L'ultima combinazione di tre parole è yakisugita, o「焼杉板」che si traduce letteralmente in una tavola di cedro bruciata.
Un errore di traduzione fece sì che Yakisugi diventasse sinonimo di Shou Sugi Ban. Si è verificato quando la parola composta 「焼杉板」è stata letta in un misto di pronuncia giapponese e cinese. In cinese,「焼」si legge e si pronuncia “Shou”. "Ban" deriva dal dire 「板」in mandarino. Se fossero lette queste parole composte in giapponese originale, il risultato sarebbe stato il corretto Yakisugi o yakisugita. Tuttavia, a causa della lettura errata, la traduzione usata in Occidente divenne Shou Sugi Ban.
Qui in Yakisugi Italia abbiamo preferito mantenere il nome corretto per non complicare le idee ulteriormente ed offrire la stessa tecnica originale di carbonizzazione (tecnica shou sugi ban) declinata con tecnologie moderne al fine di contenere i costi ed offrire un prodotto di alto livello adatto a rivestimenti esterni, pareti e dettagli di interni, portoni, frangisole, balaustre ed arredo outdoor.
Un'antica tecnica giapponese per nuove e all'avanguardia soluzioni di arredo.